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Il Chinino di Stato è stata la distribuzione a prezzi controllati e in tutti gli spacci di sali e tabacchi italiani di Chinino prodotto nello stabilimento del Monopolio di Stato di Torino, come sistema per combattere la malaria.

La sede originaria del “Chinino di Stato” fu proprio a Torino dove aveva sede anche il Laboratorio di produzione. 

Negli ultimi decenni dell’Ottocento la malaria costituiva il maggior flagello di intere zone d’Italia. Soprattutto nelle regioni del sud, ma anche in Emilia-Romagna e Veneto, tutte le zone pianeggianti italiane erano infestate da zone paludose e connesse ad esse, dalla malaria. Non solo nelle paludi pontine e nella Maremma, ma pressoché ovunque la situazione nei secoli era andata sempre peggiorando. Ormai si contava che due milioni di ettari di terreno produttivo rimaneva incolto e molti altri erano gli ettari che erano coltivati a costo di far ammalare pressoché tutti i lavoratori e i loro familiari.

Operatrici al lavoro nello stabilimenti di Torino

La prima idea di affidare ai monopoli di stato il compito di curare la distribuzione del chinino nacque in un progetto del ministro delle Finanze Agostino Magliani (1878-1889).

Le tabaccherie furono il mezzo principale per l’impulso di questa campagna antimalarica di massa. Si trovavano nei comuni più sperduti e i tabaccai che parlavano sia il dialetto che l’italiano, erano insieme ai parroci ed ai medici condotti, conosciuti dall’intera comunità. Persone semplici, del popolo e forse per questo ispiravano fiducia alla gente, ai contadini e ai nomadi che si recavano a lavorare nelle zone malariche.

E’ ancora possibile vedere il Complesso dell’ex stabilimento del Chinino di Stato costruito nel 1922, in Via Giordano Bruno 148 (nei pressi del PAV Parco d’Arte Vivente).

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